Il sassofono per convenzione rientra nella famiglia dei legni e non in quella degli ottoni. Una classificazione dovuta alle sue origini, perché anche se generalmente il corpo dello strumento è fabbricato proprio in ottone, è diretto erede del clarinetto e del flauto che in origine erano in legno e quindi è considerato simile.

Il suono è generato dalla vibrazione di un’ancia e la sua altezza viene modificata attraverso alcuni fori sul corpo dello strumento che sono controllate da chiavi. Ma vediamo più in dettaglio quali sono le parti che lo compongono.

Partiamo dal bocchino, che è un pezzo asportabile: rappresenta il collegamento diretto tra chi suona e l’ancia in legno che permette l’emissione del suono. Invece il collo (detto anche ‘chiver’) nei sassofoni con estensione grave a cominciare dal contralto è asportabile dal corpo del sassofono, mentre non lo è dal sax soprano in poi. Il fusto è la parte nella quale passa il suono e a cui sono attaccate chiavi e campana, ha una forma cilindro-conica, mentre le chiavi sono gli elementi che consentono di suonare le diverse note. Sono costituiti da tamponi, ossia fori che si chiudono o rimangono aperti, e asticelle che comandano le chiusure. Infine la campana, dalla quale il suono esce dopo aver attraversato il fusto e le chiavi.

Il sassofono può essere suonato sia in piedi (da fermo o in movimento) che da seduti. In particolare per il suo uso in piedi può essere collegato con un collarino, ossia  un nastro agganciato ad un apposito supporto fissato sia dietro che a metà del fusto del sassofono e serve a reggerlo quando lo si suona in piedi. Per maggiori informazioni vi rimandiamo al sito del sassofonista italiano Massimo Giacchetti